Si tratta di fondi di investimento direttamente riconducibili ad uno Stato che acquistano, vendono e detengono azioni, obbligazioni e asset di vario tipo.
Generalmente sono associati a Paesi petroliferi e con grandi surplus di bilancio ed hanno come obiettivo la stabilità, la creazione di infrastrutture e la crescita futura del Paese.
Attualmente i fondi sovrani gestiscono 12 mila miliardi di dollari ed hanno la caratteristica di essere di grandi dimensioni, solidi e garantiti da uno Stato.
Il più grande e celebre è il Norges Bank Investment Management (#NBIM) norvegese, con 1.665 miliardi di asset under management. (approfondimento nel prossimo articolo)
Il secondo e terzo fondo sono entrambi cinesi China Investment Corporation (#CIC) con 1.240 miliardi e State Administration of Foreign Exchange (#SAFE) con 1.098 miliardi; entrambi alimentati dalle ingenti riserve di valuta estera del Paese, derivanti dal forte surplus commerciale.
A seguire i fondi arabi l’Abu Dhabi Investment Authority’s (#ADIA), con 993 miliardi, il Public Investment Fund (#PIF) con 978 miliardi ed il Kuwait Investment Authority (#KIA) con 969 miliardi.
Il loro principale scopo è investire gli introiti del petrolio in fonti di ricavo alternative proprio allo scopo di diminuire la dipendenza da questa materia prima.
Gli utilizzi più importanti sono appunto quelli strategici: tutti i fondi prevedono che i proventi vadano a investimenti in infrastrutture e in trasformazioni strutturali che rendano il Paese più competitivo, attrattivo e sostenibile.
Classific per dimensioni :

